Come si valuta il mal di schiena

In cosa consiste la prima visita e la sua fondamentale importanza

Sessa Giuseppe

9/25/20244 min read

Il mal di schiena è uno dei problemi più diffusi che molti di noi affrontano almeno una volta nella vita. Quando diventa persistente o limitante, una delle figure professionali più indicate per gestire la situazione è il fisioterapista. Ma come valuta esattamente un fisioterapista il mal di schiena? Vediamo insieme i principali passi che seguono durante una visita, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro.
Prima fase: il colloquio
Il primo passo della valutazione del mal di schiena da parte del fisioterapista è il colloquio con il paziente, chiamato anche anamnesi. Durante questa fase, il fisioterapista ascolta il paziente e raccoglie informazioni sulla storia del dolore. Gli argomenti affrontati sono, ad esempio:
- Da quanto tempo c’è il dolore: il mal di schiena è recente o presente da mesi?
- Le circostanze che lo hanno scatenato: è iniziato dopo uno sforzo fisico o senza una causa apparente?
- Sintomi associati: ci sono altri dolori, formicolii, o debolezza in altre parti del corpo?
L’anamnesi è fondamentale perché permette al fisioterapista di avere un quadro chiaro della situazione e di ipotizzare quali possono essere le cause del dolore. È un momento di ascolto, in cui il paziente deve sentirsi libero di raccontare tutti i dettagli che possono aiutare il fisioterapista a comprendere meglio la sua condizione.

2. Esame obiettivo: osservazione e palpazione
Dopo il colloquio, si passa all’esame fisico, chiamato esame obiettivo. Questa parte della valutazione è pratica e permette al fisioterapista di analizzare il corpo del paziente. Due passaggi fondamentali sono l’osservazione e la palpazione.
- Osservazione: Il fisioterapista osserva la postura del paziente, cercando segni evidenti di anomalie come rossori, gonfiori, o aree che il paziente protegge istintivamente per evitare il dolore. Anche la posizione e i movimenti che il paziente assume in piedi o seduto possono dare indizi importanti su quali strutture sono coinvolte nel dolore.
- Palpazione: Con la palpazione, il fisioterapista tocca i muscoli, le articolazioni, i legamenti e altre strutture per identificare punti dolorosi o aree con tensione. Ad esempio, durante la palpazione, può verificare se i muscoli intorno alla colonna vertebrale, i glutei o i muscoli delle gambe sono contratti o doloranti. Questo permette di individuare le aree precise da trattare.

3. Movimenti attivi: cosa può fare il paziente?
Un’altra parte importante della valutazione sono i movimenti attivi. Il fisioterapista chiede al paziente di eseguire alcuni movimenti, come piegarsi in avanti (flessione), indietro (estensione), di lato (inclinazione) o ruotare il busto (rotazione). Questi movimenti aiutano a capire fino a che punto il paziente riesce a muoversi e se avverte dolore durante o dopo l’esecuzione.
Oltre alla quantità di movimento, il fisioterapista osserva la qualità del movimento. Ad esempio:
- Il paziente esegue il movimento in modo fluido o con difficoltà?
- Ci sono tremori o compensazioni (come usare le braccia per aiutarsi)?
- Il dolore è localizzato in una parte specifica o si irradia verso altre zone?
Queste informazioni sono utili per identificare quali strutture sono coinvolte e per pianificare il trattamento più appropriato.
4. Test provocativi: capire meglio il dolore
I test provocativi sono una serie di manovre che il fisioterapista esegue per cercare di riprodurre il dolore del paziente. Lo scopo non è quello di creare dolore, ma di capire da dove proviene esattamente. Ad esempio, il fisioterapista potrebbe chiedere al paziente di eseguire un movimento o applicare una pressione in un’area specifica per vedere se il dolore aumenta.
Questi test permettono di identificare le aree precise che devono essere trattate e quali movimenti o posizioni sono più problematici per il paziente. Sono strumenti importanti per confermare le ipotesi fatte durante il colloquio e l’osservazione.
5. Movimenti passivi: il fisioterapista guida il movimento
A differenza dei test attivi, in cui il paziente esegue i movimenti, i movimenti passivi sono eseguiti dal fisioterapista. Il paziente resta rilassato, mentre il fisioterapista muove delicatamente la schiena in varie direzioni. Questi test aiutano a valutare la flessibilità della colonna vertebrale e delle articolazioni senza che il paziente partecipi attivamente.
Durante i movimenti passivi, il fisioterapista può capire se ci sono restrizioni nei movimenti o se il dolore è presente solo quando la colonna viene mossa in certe direzioni. Questo fornisce ulteriori indizi su quali strutture sono coinvolte nel mal di schiena.

6. Conclusioni e piano di trattamento
Dopo aver raccolto tutte queste informazioni, il fisioterapista è in grado di elaborare un piano di trattamento personalizzato. Non esiste una soluzione unica per tutti i pazienti con mal di schiena, poiché le cause e i sintomi possono variare molto. Alcuni pazienti potrebbero aver bisogno di un approccio focalizzato sulla mobilizzazione delle articolazioni, altri di esercizi di rinforzo muscolare o tecniche di rilassamento.
L’obiettivo principale è sempre ridurre il dolore e migliorare la funzionalità del paziente, aiutandolo a tornare alle sue normali attività il prima possibile.
Conclusione: la valutazione è il primo passo per il successo
Una valutazione accurata è essenziale per trattare il mal di schiena in modo efficace. Ogni paziente è unico e, per questo, il fisioterapista adatta i test e le manovre alla condizione specifica di ogni persona. Se soffri di mal di schiena, non esitare a rivolgerti a un fisioterapista per una valutazione completa: è il primo passo verso la guarigione.
Concludendo, un approccio personalizzato e una valutazione attenta sono essenziali per ottenere i migliori risultati. Il fisioterapista, con la sua esperienza, può identificare le cause del dolore e proporre un trattamento specifico che porterà beneficio al paziente, evitando che il problema si cronicizzi.